sábado, 16 de febrero de 2013

Pachino

Piazza-V. Emanuele-Pachino




Pachino si sviluppa a 65 metri sul livello del mare e rientra nella provincia di Siracusa. La città raccoglie quasi 22.000 abitanti. Il sito fu fondato nel 1778 da Gaetano Starrabba Alagona dei Principi di Giardinelli ed attualmente si presenta con un impianto urbano costituito a scacchiera regolare.

Pachino si ricorda soprattutto per la settecentesca Chiesa Madre intitolata al Santissimo Crocifisso che si presenta con una semplice struttura comprendente una sola navata; ma anche per le preziosissime colture in serra, tra cui spicca il famosissimo "Pomodoro Pachino" IGP e per la produzione di vino rosso da taglio, oggi riconosciuto con marchi DOC e IGT.



La storia dell'attuale Pachino, sebbene le sue origini sembrano risalire almeno al periodo greco (Pachys), ha inizio quando nel 1734 gli Starrabba di Piazza Armerina, proprietari dei feudi Scibini e Bimmisca e, come tali, aventi il titolo di baroni oltre a quello di principi di Giardinelli, decisero di risiedere sul territorio per meglio curare i loro interessi ed al fine di acquisire pure il titolo di conte. A tal fine, i fratelli Gaetano e Vincenzo Starrabba chiesero a Carlo III di Borbone prima (1758) ed a Ferdinando I poi (1760) l'autorizzazione a fondare una città, decreto che fu emesso a Napoli in data 21/07/1760 e che fu reso esecutivo in data 01/12/1760.

Pur essendo una città relativamente giovane, essa ha dimostrato per merito dei suoi fattivi abitanti, in origine provenienti in gran parte dalla vicina Malta e successivamente dai Comuni viciniori come Modica, Scicli, Rosolini, Ispica e per quanto riguarda Marzamemi da Avola, Augusta e Siracusa, di avere saputo raggiungere in breve tempo livelli economici e culturali di rilievo. Infatti, attualmente in agricoltura, nella maggior parte in serre ma anche a pieno campo, il ciliegino denominato "Pachino" (protetto dal marchio IGP), il pomodoro costoluto ed il melone cantalupo (di due tipi : retinato e liscio) dominano i mercati mondiali del settore, oltre che per il gusto dolcissimo, anche per le elevatissime proprietà organolettiche in essi contenute

Da qualche tempo è rifiorita e prende sempre più vigore la coltivazione della vite (la viticoltura di Pachino si basa sulla coltivazione del Nero d'Avola, che costituisce il vitigno principale per la produzione del DOC Eloro, nella sottodenominazione Pachino) e dell'olivo, mentre è in piena espansione la coltivazione dei primaticci in serre e dell'ortofrutta destinato alla ristorazione.



Visitando Marzamemi, borgo marinaro di origini arabe (in arabo Marzamemi significherebbe Baia delle Tortore) si possono inoltre assaggiare alcune specialità tipiche della zona ed in particolare i prodotti ittici conservati quali bottarga, filetti di acciughe, salsicce di tonno, sardine sotto sale e così via.